Coronavirus, Patrick Levefere pessimista: “Ingenuo pensare che l’impatto economico della crisi non influirà sul ciclismo”
Con tutte le corse ferme ai box, si susseguono le ipotesi sul futuro. A tornare sulla questione Coronavirus è Patrick Lefevere, Team Manager della Decuninck-Quick-Step, che ha voluto commentare le recenti voci che vogliono anche il Tour de France a rischio. Se dovesse saltare la corsa più importante in calendario, l’intero sistema ne risentirebbe pesantemente, rischiando di mettere a repentaglio addirittura la sopravvivenza di molte squadre. La Grande Boucle è infatti un evento importante non soltanto dal punto di vista sportivo, ma anche e soprattutto da quello mediatico. Senza questa vetrina, molte sponsorizzazioni potrebbero quindi essere a rischio.
“ASO può assorbire il colpo, le squadre no – ha sentenziato nel corso di un’intervista all’Het Nieuwsblad – Senza Tour de France, l’intero modello del ciclismo potrebbe crollare. Stiamo parlando di un disastro totale, ma sarebbe assolutamente stupido non tenere conto di questa eventualità. Il mio pensiero è di iniziare sempre dallo scenario migliore e dal caso peggiore”.
“Nel primo caso torniamo a correre a giugno – ha poi proseguito – nel peggiore, la stagione è finita. Potrei sembrare un pessimista, ma chi avrebbe osato predire tre settimane fa che metà dell’Europa sarebbe stata improvvisamente agli arresti domiciliari?”.
Lefevere spera che la propria sponsorizzazione non sia a rischio: “La primavera, la vetrina più importante per il mio team, è completamente andata. Con la Quick-Step abbiamo sicuramente accumulato credito storico, ma questo è solo il nostro secondo anno con Deceuninck. Finora abbiamo vinto 83 gare, quindi spero che anche loro la pensino così“.
Visti i venti di recessione globale, non sarà comunque facile riprendersi per il sistema ciclismo: “Mi rendo conto che in quella grande storia, il ciclismo è solo una nota a piè di pagina, ma sono un manager di una squadra di ciclismo e quindi sono anche preoccupato. Tutte le aziende che esportano vedranno calare il proprio fatturato e quindi i risparmi saranno rapidamente investiti sul marketing. Sarebbe ingenuo pensare che l’impatto economico della crisi del coronavirus non influirà sul ciclismo“.
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